Il 18 dicembre 2024, la Fondazione Querini Stampalia ha ospitato Uni-Verso: verso l’Uno, dall’impresa alla fisica quantistica alla spiritualità.
Un evento interstellare, quello organizzato da Infinityhub, che ha messo in campo le tante discipline del modello Y, dalla letteratura, con la Divina Commedia e il sommo poeta Dante, alla psicologia, con Jung, dalla fisica quantistica al fare impresa.
Una serata iniziata nell’auditorium della Fondazione Querini con una lectio magistralis del Prof. Claudio Widmann, psicoanalista junghiano, conclusa con una cena aziendale molto originale, in una location altrettanto originale. Un evento che desideriamo condividere, perché mette in luce il cuore pulsante del “fare impresa” di Infinityhub. Impresa intesa nella duplice accezione, quella di imprendere, «prendere su di sè», ma anche di azione eroica. Tenendo ben saldo il concetto di impresa responsabile, tanto caro a Adriano Olivetti, quale impresa che prende su di sè i bisogni della comunità, compresi quelli che riguardano la crescita culturale delle persone, ed è capace di dare risposte concrete.
Uni-Verso: verso l’Uno, dall’impresa alla fisica quantistica alla spiritualità è stato un viaggio affascinante, tra le molteplici dimensioni della vita e dell’essere umano. Un viaggio introdotto da Alessandro Marinello e proseguito da Massimiliano Braghin e dal Prof. Claudio Widmann,che parla di PERSONE, ENERGIE, FUTURO e che esplora l’impresa e la sua evoluzione, attraverso la crescita personale e professionale delle persone.
L’introduzione di Alessandro Marinello
A introdurre il nostro viaggio è stato Alessandro Marinello, collaboratore di Fondazione Querini Stampalia, con i saluti e il benvenuto istituzionale e a seguire la relazione con Infinityhub:
La fondazione Querini è InfinityHub hanno un rapporto ormai consolidato da anni, quest’ultima è entrata tra i primi a far parte della corporate della Fondazione. Anch’io personalmente ho conosciuto l’universo di Infinityhub, fatto di tutta una serie di parole che onestamente non conoscevo prima. Infinityhub è un’impresa, un’azienda, che ha sicuramente dei valori in comune con noi. Diciamo che oggi non si può parlare di Infinityhub senza parlare di Massimiliano Braghin, il fondatore, persona vulcanica con la quale mi diverto. Credo che sia uno dei pochi con i quali ti puoi trovare a mangiare un panino con prosciutto e formaggio e finire a parlare di fisica quantistica, Dante, Steve Jobs, eccetera. Ti ritrovi un’ora dopo che non capisci come sei arrivato a parlare di quelle cose, è una persona che ha fatto della curiosità il suo modo di vivere e questo si vede anche nella società che ha creato. Parlando con Massimiliano, anche questa sera, finisci per parlare di particelle, fotoni e tu magari gli avevi semplicemente chiesto come stava. Trovo che tutto questo in realtà sia divertente e spassoso, ma anche abbia un senso profondo, nel senso che tu parli con lui di particelle fotoni e a me è venuto in mente un altro convegno e c’era questa piccola cosa che mi aveva particolarmente divertito incuriosito. Ci sono argomenti che possono sembrare complessi, ma poi hanno delle ricadute molto concrete. Alcuni momenti così fantasiosi o fantastici o poco reali. A me è capitato pensando al sole, che in verità è una macchina del tempo davanti a noi ogni giorno, nel senso che quando guardiamo la luce del sole, è quella in realtà di otto minuti e mezzo prima, il tempo che impiega per arrivare da noi. C’è la teoria del principio di frequenza quando noi impariamo una casa poi ce la troviamo in tutto. Sole e fotoni e Infinityhub con pompe di calore e altre delle cose che ho imparato con Infinityhub. Quando si parla di imprenditori e aziende, una dei luoghi comuni è quello dell’imprenditore illuminato. Non voglio fare una presentazione troppo lodevole, ma desidero sottolineare che Massimiliano Braghin non è un imprenditore illuminato, io credo Massimiliano Braghin sia un imprenditore illuminante, nel senso che come il sole ci regala la sua luce, lui ha questa curiosità che può anche travolgerti, ma di sicuro ha una generosità nel distribuire questa luce, quindi nell’essere illuminante in quello che ci sta intorno, collaboratori e partner.”
Massimiliano Braghin: sincronicità di un incontro
Il passaggio di testimone da Alessandro Marinello e Massimiliano Braghin dà il via a Uni-verso, in una serata in prossimità del solstizio d’inverno, in una delle città più belle del mondo, Venezia. E Massimiliano Braghin inizia il suo racconto così:
“Grazie a tutti i presenti, collaboratori e soci di Infinityhub, e a coloro che hanno risposto all’annuncio sui social. Ringrazio Alessandro per l’apertura. Prenderò pochi minuti per introdurre Claudio Widmann e raccontare come è nato questo evento.
Infinity Hub nasce e si evolve attraverso tre aspetti fondamentali. Il primo sono i collaboratori e i soci, che come particelle-onda rappresentano la stessa entità. La società è cresciuta di 100 volte in sette anni in tutti gli indici economici, basando i suoi fondamentali sui libri.
Quando è nata Infinityhub, leggevo solo Dante ed Einstein, senza comprendere pienamente nessuno dei due. Col tempo, ho iniziato a scoprire connessioni tra questi testi e ho ampliato le mie letture verso la scienza. Dopo Einstein, mi sono immerso nella fisica classica, studiando relatività e spazio-tempo, per poi inevitabilmente approdare alla fisica quantistica. Quest’ultima è controintuitiva: così come percepiamo il tempo in modo diverso a seconda delle situazioni (sembrandoci infinito nei momenti difficili e brevissimo in compagnia gradita), la quantistica ci costringe a confrontarci costantemente con il paradosso.
E prosegue:
Attraverso questi studi, ho scoperto una connessione tra la fisica di Widmann e Dante, creando un meccanismo di campo quantico che si riflette anche nel lavoro. Infatti, Infinityhub è una società quantistica: siamo contemporaneamente fornitori e clienti, con 2200 soci che interagiscono come galassie interconnesse. La svolta è arrivata un anno e mezzo fa quando con Sonia in libreria ho trovato “Il potere di Dante”, un libro scritto da autori americani che parlava di Venezia e Firenze in modo originale. Attraverso questo, ho scoperto Carlo Assagioli, psicoanalista italiano, che mi ha aperto una nuova dimensione oltre la matematica e il cosmo: quella interiore. Dopo aver approfondito i suoi testi, ho scoperto su YouTube il professor Claudio Widmann. La sua interpretazione del centesimo canto della Divina Commedia mi ha profondamente commosso, facendomi comprendere che la vera ricerca non è nell’universo lontano, ma dentro di noi.
Questa ricerca interiore si collega al campo quantico: siamo materia per una parte su 10^13, mentre tutto il resto è invisibile. Il processo di individuazione non si esaurisce nella realizzazione della singolarità personale, ma include la complessità dell’essere umano: conscio e inconscio, individuale e collettivo, biografico e transgenerazionale, introverso ed estroverso. Non è un mistero che celebra il meglio di sé, ma un doloroso processo di ricomposizione verso un centro gravitazionale che Dante immagina come un punto luminosissimo attorno a cui gravita l’intero universo, ma che l’umana capacità di visione non riesce a cogliere pienamente.
Il racconto di Claudio Widmann. «Lasciare una favilla a la futura gente».
Prende la parola il Prof. Claudio Widmann con il suo tema: LASCIARE UNA FAVILLA A LA FUTURA GENTE. Nel mezzo del cammin di nostra vita … compresi che l’amor move il sole e l’altre stelle. Dalla fisica quantistica alla psicologia, alla spiritualità. Un cammino che va verso l’uno, attraverso la coscienza dell’umanità.
La lectio considera la Divina Commedia, non solo come opera letteraria, ma come metafora del viaggio interiore dell’essere umano. Questo percorso riflette le diverse fasi della vita: dall’acquisizione degli strumenti base per vivere, al momento cruciale di riflessione intorno ai 35 anni, per poi cercare un significato più profondo dell’esistenza.
La Divina Commedia: metafora del cammino interiore dell’essere umano
Nel percorso attraverso l’Inferno, Dante ci mostra i nostri vizi più profondi: l’incapacità di controllare gli impulsi, la perdita della nostra umanità attraverso la bestialità, e infine il tradimento di noi stessi e della nostra essenza. È una rappresentazione potente delle nostre ombre interiori.
Il Purgatorio rappresenta invece il processo di crescita e trasformazione. Qui emerge la fondamentale distinzione tra fatica e dolore: mentre il dolore è sofferenza, la fatica è necessaria per la crescita. È in questa fase che costruiamo un “io” solido e impariamo a trovare un equilibrio tra il conservare ciò che funziona e l’innovare quando necessario.
Nel Paradiso, Dante ci mostra la possibile realizzazione dell’essere umano: l’unità tra dimensione fisica e spirituale, la capacità di vedere il valore anche in ciò che ci appare opposto, l’importanza di essere all’altezza del nostro destino. È qui che impariamo a gestire le passioni senza farci consumare da esse.
Queste riflessioni hanno profonde implicazioni per la vita contemporanea e il mondo del lavoro. Ci insegnano l’importanza di non delegare sempre le nostre scelte, di assumerci la responsabilità delle decisioni, di trovare un equilibrio tra conservazione e innovazione. Il nostro “io” deve funzionare come un mediatore tra forze contrastanti, gestendo le risorse psichiche e mantenendo la responsabilità delle scelte personali.
Il messaggio finale è potente: siamo chiamati ad accettare la nostra natura duplice, a cercare l’unità interiore e, soprattutto, a essere all’altezza di noi stessi e della nostra missione nella vita. La ricerca di un senso più profondo, oltre il piacere immediato, e l’importanza di avere uno scopo sono elementi fondamentali per una vita piena e consapevole.
Il viaggio di Dante e l’impresa chiamata vita
Riportiamo l’inizio della lectio del Prof. Widmann, approfondiremo in seguito gli argomenti, perché meritano ampi spazi di riflessione e meditazione.
Ho sentito con piacere Massimiliano Braghin come un imprenditore illuminato, mi fa piacere perché credo che l’evoluzione della specie umana avrebbe bisogno non solo di imprenditori illuminati, ma anche di collaboratori illuminati, quindi credo che dovremmo fare un discorso più fondamentalmente riguardo l’uomo. Uomo o donna che sia imprenditore o imprenditore che sia, credo che se siamo qui a sviluppare qualche riflessione oggi sia fondamentalmente per parlare anche di noi stessi lo strumento sarà la Divina Commedia di Dante. Per capire se e come e cosa noi possiamo fare non solo per fare impresa, non solo per portare a casa lo stipendio che è la cosa più immediata che ci interessa, ma per apprendere attraverso Dante, per lasciare qualcosa anche dietro di noi, anche la futura gente, ecco propongo di intendere la Divina Commedia come un viaggio non al di là del cosmo e della vita, ma al di qua della coscienza.
Essere il meglio di noi, verso l’Uno, dentro e fuori l’impresa
Uni-Verso ha aperto una breccia per far entrare nuova luce nelle menti e nei cuori dei presenti, uno spazio di introspezione, riflessione e ispirazione per affrontare il futuro con rinnovata consapevolezza, tenendo ben a mente quel che conta è raggiungere la vetta, ma che è altresì importante il cammino.
Il decalogo che ci portiamo a casa con Uni-verso è che è importante, necessario e determinante:
- il nostro viaggio interiore;
- avere uno scopo nella vita;
- riflettere sul senso delle nostre opere;
- andare oltre al piacere immediato, in ogni nostro agire;
- trovare il giusto equilibrio tra conservazione e innovazione;
- gestire bene le risorse psichiche;
- essere responsabili nelle scelte personali;
- accettare la nostra natura duplice;
- ricercare l’unità interiore;
- essere all’altezza di sé stessi e della propria missione.
Uni-Verso: verso l’Uno, dall’impresa alla fisica quantistica alla spiritualità è stato un viaggio nel tempo. Perché quello che saremo è frutto di quello che siamo stati e di quello che decideremo di essere.
Dal palcoscenico alla tavola
La lectio magistralis del prof. Claudio Widmann si è chiusa con un applauso caloroso del pubblico presente, segno vivo di una commossa partecipazione al viaggio di Dante, che è pur sempre il nostro viaggio nella vita personale e professionale.
Alla fine dell’evento Dora De Diana, altra preziosa collaboratrice della Fondazione Querini, ci ha accompagnati nell’area Scarpa per descriverci l’iconico luogo e la mostra fotografica presente.
Dall’area Scarpa, i collaboratori, i mentor e alcuni soci fondatori di Infinityhub sono stati accompagnati in una sala della Biblioteca Querini, adibita a sala da pranzo, per la cena aziendale. Un momento conviviale per alzare i calici e condividere un desinare scelto appositamente per ringraziare, rigorosamente accompagnato dal rito annuale del «libro del cuore».
Il libro del cuore: un proposito da realizzare
Agli ospiti della cena viene chiesto di portare un libro del cuore che, a suon di posata battuta sul calice, viene aperto a caso, anche se sappiamo che il caso non esiste. La cosa straordinaria è che ripassando le letture si svela un fil-rouge straordinario.
A quanto pare il tema di quest’anno è il coraggio, in tante sue accezioni.
La partenza è stata data da Sonia Gastaldi, mentor di Infinityhub, con il libro di Paolo Borzacchiello «Chiedi bene e ti sarà dato». Il testo deciso dalla sorte descrive il coraggio attraverso la storia di un uomo che si rivolge a un saggio, chiedendogli cos’è il coraggio. La metafora che viene fuori dalla storia è che: «il coraggio non esiste e la mancanza di coraggio è semplicemente la scusa di coloro che hanno paura di precipitare dalla vetta del loro splendore». Metafora che incarna temi come il cambiamento, l’impresa e il cammino dell’umanità verso un bene più grande.
La chiusura è stata riservata al Prof. Claudio Widmann che, con perfetta sincronicità alla destra del suo posto a tavola, ha intercettato la sezione Psicoanalisi dedicata a Gustav Jung. Lì ha trovato nel libro «Energetica psichica» e sono uscite le seguenti parole: “Quanto più grande è la tensione dei contrari, tanto maggiore è l’energia che ne deriva; quanto più grande è l’energia, tanto più intensa è la forza costellante e attrattiva“.
Così come l’entropia, che è il passaggio dal disordine all’equilibrio, è fondamentale per la trasformazione personale e aziendale, anche le crisi delle imprese che evolvono, producendo tensioni, generano nuove configurazioni più stabili.
Costruire modelli etici, sostenibili e innovativi oggi è decisamente il frutto di un’entropia che riformula l’ordine delle cose nell’Universo, verso l’Uno.
Una serata decisamente interstellare. Verso l’Uno. Con gli occhi rivolti al cielo in cerca di quella stella che illumina il nostro cammino. Diretti a un Natale, quello del cuore, che ci porta all’unità del Tutto in Uno e dell’Uno in Tutto.
Se vuoi vedere il video integrale UNI-VERSO: verso l’Uno, dall’impresa alla fisica quantistica alla spiritualità